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UN INCUBO CHE TI PORTANO IN ALLEVAMENTO


UN INCUBO CHE TI PORTANO IN ALLEVAMENTO


Poteva essere un meraviglioso viaggio e invece io e Carolina ci siamo trovate in un incubo.
Avevo voglia di stare con lei e di andare a trovare Claudia e Raffaella e così decido di partire lunedi per gestire al meglio i progesteroni e il tempo dell’accoppiamento, peccato che solo il giorno dopo, martedi, la settimana si sia trasformata in una delle peggiori settimane da quando allevo; abbiamo scoperto che la parvovirosi era fortemente presente nel territorio.

Lo abbiamo scoperto perché ne siamo venuti a contatto per qualche minuto condividendo, anche se come ho detto per qualche attimo, un terreno in cui erano stati cani con parvo poi ammalatisi e di cui uno deceduto in clinica dopo 5 giorni durante i quali si è tentato il tutto per tutto.

Il virus della PARVO è il peggior incubo, la peggiore paura e l’angoscia più grande che ci possa essere per un allevatore, in alcuni casi ha determinato la chiusura definitiva dell’allevamento in cui questo demone si è insidiato e in altri casi gli allevamento hanno dovuto sospendere tutte le cucciolate per un paio di anni…..cuccioli che ti muoiono a raffica in 24-48ore. Se non è un demonio questo virus nulla lo è.
Io e le colleghe della zona siamo state prese da un profondo sconforto, paura e senso di impotenza, la nostra voglia di ritrovarci durante le serate della mia permanenza per una pizza o una mangiata di pesce…..sparita. Tutte avevamo paura di tutto, l’altissimo rischio di contaminazione è una cosa che non si può capire se non hai mai avuto questa terribile esperienza o se non hai studiato molto molto bene la sua trasmissibilità, il periodo di incubazione, la sua infinita permanenza in forma attiva nel terreno in cui si deposita, la difficoltà ad eliminarlo dai vestiti, dalle scarpe, dalla barba, dalle mani, dalla macchina, dai giocattoli dei cani, dalle cucce, divani, tessuti e da ogni qualsiasi maledetta cosa in cui quel bastardo si insinua viscidamente.
Nel terreno può restare attivo un anno,esattamente come sui tessuti, vestiti e pavimento di casa.
Non spaventa tanto il contatto con i cani adulti quanto il fatto che questi depositino feci infette e contagiose in ogni dove ed essendo un VIRUS LETALE per i cuccioli con una sopravvivenza nell’ambiente lunghissima…la paura e il panico sono giustificati.

Quindi io e Carolina eravamo e siamo in un bel pasticcio. Per questo motivo al nostro rientro Carolina non è potuta passare dall’allevamento ma presa in braccio con un camice monouso come quelli delle sale operatorie, con guanti monouso e tutte le accortezze del caso, è stata messa in isolamento nella stanza che l’asl ci ha imposto di avere in quanto allevamento professionale. Stanza lontano da tutto e tutti.
Solo io posso avere contatti con lei dopo aver messo stivali appositi da pescatore e camici monouso e guanti monouso e mascherina, candeggina quotidiana dopo avere studiato concentrazione e tempi di posa adeguati e mai come ora mi viene in mente la maledetta frase “attenzione e vigile attesa”.
Lei non corre rischi in quanto vaccinata ma come abbiamo già detto, se fosse stata esposta al virus e/o lo avesse in incubazione, potrebbe spargerne una minima parte nell’ambiente e una minimissima parte è più che una condanna a morte per i cuccioli delle prossime cucciolate e da qui si instaurerebbe un circolo vizioso infinito e che alcune volte può non avere una fine.
Mai come ora capisco il senso delle norme ASL che impongono che ogni allevamento abbia una stanza di isolamento ogni 10cani, mai come ora apprezzo che l’asl ti imponga materiali lavabili e perfettamente disinfettabili e mai come ora capisco il senso di tutta una serie di regole e norme ASL per la sanificazione degli ambienti.

Ho comprato un vaporetto 100gradi per sanificare la mia auto e i miei vestiti sono stati tutti messi in un sacco nero fino al momento in cui, superati i tempi di incubazione, sapremo se la fortuna (nella sfortuna) ci ha graziato. Non mi sento così fortunata a dire la verità perché mi sono detta un centinaio di volte che me sarei potuta anche restare a casa mia, ma in questi giorni sono stata messa a conoscenza di quanto la parvo sia fortemente presente in Piemonte, Lazio, Marche, Lombardia solo per citare le regioni certe e quindi poteva accadere un contatto in mille altri modi.
Diciamo che analizzando tutti i passaggi come ho fatto almeno un centinaio di volte, non credo che noi avremo problemi perché le modalità di contatto non ci sono state ma c’è solo la supposizione che qualche cane col virus in incubazione possa avere pestato e possa essere sostato dove io e Carolina abbiamo sostato qualche minuto.
TUTTO STO CASINO PER UNA IPOTESI? SIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!
Questo dovrebbe fare riflettere tutti quelli che inconsapevolmente vanno a fare il tour domenicale degli allevamenti e vengono con zio, nonno, cucino e vicino di casa per toccare tutti cani e passare un’oretta di coccole mentre a noi dentro sale l’angoscia.
Capisco che le persone debbano venire in allevamento per vedere e conoscere ma prendo spunto da questa terribile situazione per ripristinare un protocollo molto rigido sulle modalità per fare entrare i visitatori in allevamento che avevo in uso fino a due o tre anni fa e che poi purtroppo si è ammorbidito troppo col tempo.
Le persone verranno solo se ci sono cucciolate imminenti e se vogliono prendere informazioni lo faremo senza entrare in contatto coi cani e possibilmente senza portare amico, parente del parente, cugino del cugino e amichetta di scuola della figlia.
Per voi possono non avere un senso queste ristrettezze ma per chi alleva è un modo per salvaguardare i propri cani e come dice uno dei veterinari infettivologi più accreditati: "La parvovirosi in allevamento non piove dal cielo ma la portano le persone che entrano".
Voglio fare tesoro di questa esperienza per rivedere la mia gestione sulla sanificazione e disinfezione e disinfestazione e abbattimento dei germi e batteri e virus e attuare norme più rigide basate su alcune migliorie che si possono attuare in questo senso e voglio assolutamente rivedere la modalità di ricevimento delle persone in allevamento limitando al massimo il numero delle persone e il numero di visite e prendendo tutta una serie di precauzione che da ora in poi ritengo indispensabili.
Mi sentirei davvero cretina se non cercassi di trarre il maggior vantaggio possibile da questa terribile situazione quindi cambierò decisamente alcune cose e chi capirà sarà il benvenuto e chi non capirà può ovviamente andare in qualsiasi altro allevamento ma ritengo che il rispetto per i miei cani e per i cuccioli dell’allevamento (presenti e/o futuri) sia la priorità e capirlo o non capirlo è già una sorta di prima selezione per un nostro futuro proprietario.
Leggeri mai, incoscienti mai e che si possa chiudere bene e al più presto questa brutta esperienza che non dimenticheremo.
Carolina per ora è negativa e proprio perché vaccinata non corre rischi particolari, ma le sue feci sapremo se sono infette solo dopo aver fatto passare il tempo necessario dell' incubazione.
Immagini dal web


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